Sentir parlare di Disaster Ricovery mette in soggezione molti imprenditori. Questi, non avendo conoscenze ferrate nell’IT, attribuiscono spesso e volentieri questo insieme di parole a un qualcosa di complicato quando, in realtà, non lo è. Concepito come un piano di salvataggio, il DR può essere inteso come il salvagente della propria impresa, la quale in caso di difficoltà può contare su di esso per ripristinare ogni processo utile al da farsi. Che si parli di terremoti, alluvioni, attacchi informatici o disservizi non ha importanza dato che tale piano ha proprio la finalità di garantire la salvaguardia dei sistemi persino davanti all’errore umano.
Assicurarsi che nella propria gamma di strumenti si possa contare anche una tecnologia capace di ripristinare i dati, le infrastrutture e i sistemi atti all’erogazione dei servizi appare dunque vitale, soprattutto in vista della sopravvivenza dell’attività.
Disaster Recovery: impossibile da trascurare se si vuole proteggere la propria azienda
Un’impresa sprovvista di dati è un’impresa che non sa con chi avrà a che fare: la vitalità di questi elementi costituisce, infatti, uno degli elementi primari del cuore dell’attività a cui nessun imprenditore può attribuire poca importanza. Attraverso report effettuati nel mondo del business, ad esempio, è risultato che solo una piccola porzione di imprese riesce a sopravvivere a seguito di una disgrazia: il 60% dei casi analizzati, invece, chiude i battenti nei sei mesi successivi all’avvenimento. Optare per il collaudo di un piano d’emergenza in grado di definire i possibili scenari di disastro delineando, altresì, le criticità dei sistemi e delle applicazioni possedute è la soluzione efficace ed efficiente per garantire un futuro al proprio business.
Un disaster recovery ha pertanto lo scopo di ideare:
– Misure cautelative in grado di prevenire situazioni di rischio
– Misure indagatrici in grado di rilevare un determinato evento o rischio;
– Misurazioni correttive atte a correggere gli errori eventualmente individuati e ripristinare i sistemi in sicurezza.
Per far si che il piano possa essere applicato nel più corretto dei modi, i sistemi del DR debbono essere altresì categorizzati secondo varie esplicitazioni.
Sistemi criticiRientrano in questa classificazione quei sistemi e quelle applicazioni che non possono essere sostituiti con metodi manuali e le quali funzioni non possono essere eseguite se non a seguito di una sostituzione con mezzi che vantano caratteristiche analoghe. In questo caso i costi di interruzione sono molto alti.
Sistemi delicatiRientrano in questa categoria le funzioni che consentono lo svolgimento manuale per un periodo di lungo termine, ma trattandosi comunque di operazioni difficoltose richiedono un elevato numero di persone. In questo caso i costi di interruzione sono tollerabili.
Sistemi VitaliFanno parte di questa categoria le funzioni che possono essere svolte, a loro volta, in maniera manuale sebbene per un periodo di tempo limitato. In questo caso i costi di interruzione sono inferiori ai sistemi critici visto che si parla di un intervallo di breve periodo.
Sistemi non criticiIn questa ultima classificazione rientrano, infine, le funzioni che richiedono uno sforzo limitato per la loro ripartenza e che, inoltre, possono rimanere sospese anche per lungo periodo. In questo caso i costi di interruzione sono quasi nulli.
Tecniche fondamentali per un DR proficuoAl fine di rendere efficiente e proficuo un piano di Recupero dal Disastro, la tecnologia moderna consente di applicare tre metodologie diverse formalmente suddivise in:
– Replica sincrona con la quale viene garantita la plurima presenza dei dati sia grazie ad un sito secondario che ad una copia locale. I vantaggi di questa tecnica possono essere riassunti in riavvii molto rapidi e un’alta attendibilità dell’infrastruttura;
– Replica asincrona, la quale viene adoperata in casi in cui la distanza diventa una variabile di rilevanza o vi sono alte probabilità di rimanere coinvolti in disastri su larga scala e che, dunque, potrebbero coinvolgere la replica sincrona pericolosamente;
– Tecnica mista attraverso la quale si effettua una copia mista dei dati così da usufruire sia della rapidità garantita dalla prima tecnica che della sicurezza vantata dalla seconda.
Per completezza d’informazione, infine, occorre citare altre due variabili di fondamentale importanza del DR, le quali simboleggiano i valori di:
– RTO ossia Recovery Time Objective che è il tempo indispensabile per il recupero dell’operatività.
– RPO ossia Recovery Point Objective che simboleggia il punto di ripristino più obsoleto in caso di attivazione del DR.
Con la relativa diminuzione di questi due parametri, diventa sempre più crescente l’esigenza di adottare politiche di sicurezza maggiori e dispendiose.
Backup e Disaster Recovery: a chi rivolgersi
Come affermato finora, i dati che le imprese posseggono rappresentano la regia del business e, visto che la perdita di questi ultimi potrebbe compromettere gravemente l’esistenza dell’attività fino a causarne il fallimento, cercare di evitare danni e ripercussioni di tali entità si presuppone come uno step non trascurabile.
Direttamente collegabile al concetto di DR, vi sono i backup. Questi, nonostante siano un sistema di protezione distinto da quello finora esplicato, ne risulta essere estremamente complice.
Nel segmento inerente a questa tipologia di servizio, riveste particolare importanza SIELCO, impresa che si pone l’obiettivo di garantire la sicurezza di tutti i propri clienti attraverso l’adozione di servizi di backup studiati appositamente per le proprie necessità, ma soprattutto agevolmente accessibili grazie al cloud. I servizi di backup gestiti as a service, dunque, erigono le loro fondamenta sui data center, i servizi in cloud come Wasabi e LucidLink e software, tutto al fine di offrire soluzioni scalabili e al contempo flessibili e sicure..
Tutelarsi in vista di imprevisti non è mai sbagliato, soprattutto se in gioco vi è la propria attività che è stata costruita con sacrifici e impegno.