La solitudine degli anziani dopo la perdita del proprio compagno di vita
Considerato che invecchiare fa parte della vita, non si deve intendere la cosiddetta terza età come una fase di declino ma come una nuova strada da percorrere, continuando ad affrontare gli ostacoli che si potranno incontrare lungo il percorso.
Di certo, poter intraprendere questo sentiero insieme al proprio marito o alla propria moglie, è senza dubbio l’augurio migliore che ci si possa fare.
Tuttavia, prima o poi, uno dei due coniugi si ritroverà a dover continuare il proprio cammino da solo.
È una condizione assai triste ma altrettanto frequente; infatti, è documentato dall’ISTAT che il numero degli anziani ultra settantenni che vivono soli è davvero considerevole.
Ad oggi, il modello della famiglia allargata che dimora sotto lo stesso tetto, è stato già da molto abbandonato; pertanto, con la perdita del proprio compagno di vita, l’anziano finisce per occupare una casa nella più totale solitudine.
Le case di riposo: un’alternativa efficace contro la solitudine degli anziani
È già stato ampiamente dimostrato quanto la condizione di solitudine abbia ricadute negative sul fisico e sulla psiche della persona anziana.
Per questo motivo, per l’anziano che sta in casa da solo, pur essendo ancora del tutto autosufficiente, può valere la pena di cercare una sistemazione alternativa.
Ad esempio, come ci aiuta la definizione stessa, la casa di riposo.
Arrivati a questo punto, è importante sottolineare la differenza sostanziale che c’è tra una casa di riposo e una casa di cura, dato che spesso le une vengono confuse con le altre.
La casa di cura si occupa di persone anziane, in molti casi non autosufficienti, che necessitano di assistenza medica e infermieristica anche a lungo termine.
Invece, la casa di riposo accoglie anziani ancora autosufficienti, mettendo comunque a loro disposizione un sostegno di tipo infermieristico.
Nella casa di riposo non ci sono pazienti ma ospiti, ai quali viene fornito vitto e alloggio; un po’ come stare in albergo.
In più, in queste strutture si cerca di valorizzare le relazioni sociali tra i diversi ospiti, attraverso un programma di attività studiato apposta da personale competente, come gli assistenti sociali.
Tutto sommato, in confronto a restare a casa propria nella più totale solitudine, la casa di riposo si figura come una valida alternativa.
Chi si occupa della gestione generale della casa di riposo?
Ora, entriamo all’interno di una casa di riposo e vediamo un po’ più nel dettaglio come funziona.
Come abbiamo già detto, questa soluzione dispone di assistenza infermieristica.
Gli infermieri si occupano di somministrare i farmaci di cui necessitano i vari ospiti; sappiamo bene quante medicine devono assumere ogni giorno la maggior parte delle persone anziane.
Queste strutture si avvalgono anche di un medico, che visita regolarmente la casa di riposo e i suoi ospiti.
Inoltre, troviamo operatori socio-sanitari, personale addetto alle pulizie e alla cucina, nonché, fisioterapisti, psicologo e dietista.
A conti fatti, si tratta di un team piuttosto numeroso, dove ognuno assolve un compito specifico e la cui gestione è affidata al direttore.
Affinché tutto il lavoro risulti sempre efficace e ben coordinato, occorre che il direttore della casa di riposo abbia costantemente la situazione sotto controllo.
A questo riguardo, il mondo dell’informatica ha svolto un ruolo davvero importante per trovare delle soluzioni valide, che semplifichino il lavoro dei direttori, come possiamo vedere sul sito di Advenias Care, una piattaforma per la gestione dei dati, dove possiamo renderci conto di quale possa essere l’utilità di un software gestionale per case di riposo.
Una buona strumentazione permette al direttore di pianificare il lavoro in maniera efficace e di sapere sempre quali e quante risorse umane ha a disposizione. Specialmente nel settore sanitario e dedicate agli studi di professionisti sono adesso disponibili numerose app, soluzioni software come quelle per gli studi dentistici, che permettono di risparmiare tempo e gestire al meglio tutti gli iter medicali.
Inoltre un luogo di lavoro ben organizzato è anche un posto più armonioso, nel quale le persone operano con maggiore serenità e motivazione.
L’altra faccia della medaglia: le case di riposo “lager”
Purtroppo, non possiamo passare oltre senza prendere in considerazione i numerosi fatti di cronaca relativi a case di riposo dove gli anziani venivano maltrattati.
È un triste esempio di pessima gestione di queste strutture, nelle quali l’interesse principale non è il benessere delle persone ospitate ma il guadagno portato all’estremo.
Si tratta di situazioni deplorevoli ma che fanno parte della realtà, negare che possano esserci deviazioni di tal genere sarebbe come voltare la testa da un’altra parte e far finta di non vedere.
Al contrario, è necessario essere coscienti che il pericolo esiste e tenere gli occhi ben aperti, pronti a denunciare eventuali abusi o situazioni borderline.
È compito dell’intera società proteggere le persone più fragili, come sono appunto gli anziani.
Pertanto, prima di sistemare un proprio caro in una casa di riposo, è opportuno che i familiari prendano più quante informazioni possibili sulla struttura prescelta e su chi la gestisce.
Fintanto che l’anziano è lucido e autosufficiente non sarà difficile assicurarsi che venga trattato adeguatamente e che la casa di riposo sia di suo gradimento ma, se inizia a “perder qualche colpo”, è sempre bene vigilare con più attenzione.
Le case di riposo “lager” sono un’onta della nostra società che dobbiamo impegnarci a cancellare in maniera definitiva.